1974 - Aleardo Rubini, Pescara
Questi ultimi dipinti di Gabriella Capodiferro, pur risolvendosi negli esiti finali in rinnovate formulazioni spaziali, devono la loro origine espressiva agli antichi moduli visivi che sono stati da sempre alla base delle sue esperienze; moduli da ricollegare, in un modo o nell'altro, agli anni della formazione veneziana. Un quadro della Capodiferro non potrebbe essere, inevitabilmente, se non uno scintillante arabesco; arabesco tonale, beninteso, dove adesso le partiture coloristiche sembrano prendere nuovo corpo e sostanza attraverso un'elaborazione che tiene conto appunto delle possibilità di ridurre il dato materico a impronta più naturalistica e costante, solcata nel suo insieme da qualche tocco d'incisività lineare che meglio ne asseconda e svolge la forma.
Gabriella Capodiferro con Aleardo Rubini